L’Indonesia blocca Steam, PayPal e altri servizi nel Paese

L’Indonesia blocca Steam, PayPal e altri servizi nel Paese

L’Indonesia blocca Steam, PayPal e altri servizi nel Paese. Queste società non sono registrate presso il governo

L’Indonesia ha deciso di bloccare l’accesso a varie piattaforme online dopo che i rispettivi servizi si sono rifiutati di rispettare la legge, entrata in vigore il 29 luglio. I servizi interessati includono PayPal, Steam e Yahoo.

L’Indonesia blocca Steam, PayPal e altri servizi nel Paese

In base alla legge MR5 del 2020, le aziende designate come “fornitori di sistemi elettronici privati” avevano tempo fino a questa settimana per registrarsi presso il database del governo o rischiare di essere bandite. Analogamente all’India’s Information Technology Act 2021, l’MR5 Act conferisce all’Indonesia il diritto di richiedere alle piattaforme online di rimuovere qualsiasi contenuto che il governo ritenga illegale o minaccioso per l’ordine pubblico. Per le richieste più “urgenti”, i servizi hanno quattro ore per rispondere.

Secondo Reuters, numerose aziende tecnologiche, tra cui Google, Meta e Amazon, hanno adottato misure per soddisfare i requisiti prima della scadenza. L’Indonesia potrebbe ripristinare l’accesso ad alcuni di questi servizi online attualmente bloccati, a condizione che si registrino presso il governo.

Queste società non sono registrate presso il governo

PayPal e Valve non hanno risposto immediatamente alla richiesta di Engadget. Semuel Abrigani Pangerapan, direttore generale del Ministero indonesiano delle comunicazioni e dell’informazione, ha dichiarato a un giornale locale che il governo potrebbe revocare temporaneamente le restrizioni su PayPal in modo che gli utenti possano ritirare i propri soldi.

Organizzazioni come la Electronic Frontier Foundation e Human Rights Watch hanno criticato le nuove leggi sulla moderazione dei contenuti dell’Indonesia: “[MR5] è uno strumento di censura che pone oneri irrealistici su molti servizi e piattaforme digitali utilizzati in Indonesia”, ha affermato Linda Lahdhir, consulente legale per l’Asia all’Osservatorio dei Diritti Umani. Osservazione dei diritti. “Ciò pone seri rischi per la privacy, la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni per gli utenti Internet indonesiani”.

Anche molti indonesiani si sono espressi contro la legge, utilizzando hashtag come “BlockerCominfo” per esprimere la loro contrarietà alla decisione del governo. Semuel Abrigani Pangerapan ha recentemente respinto questa critica, affermando che la misura proteggerebbe gli utenti di Internet nel paese.

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